Nonostante il rallentamento dell’economia, le imprese a maggio hanno in programma oltre 444 mila assunzioni, dice la consueta indagine Excelsior, realizzata da Unioncamere e Anpal, che elabora le previsioni occupazionali delle aziende. Certo, la crisi conseguente alla guerra in Ucraina, ha frenato i piani di assunzione di personale, specie in certi settori. Nelle imprese manifatturiere scende del 4,4% i numero di lavoratori ricercati rispetto ad aprile (-3 mila) e del 18,8% rispetto a maggio del 2021 (-15 mila). Male anche le costruzioni, sia sul mese precedente (-0,9%) e ancor più rispetto a un anno fa (-27,5%). In crescita, invece, i servizi: +30,2% su aprile (quasi 80 mila in più) e +31,5% (+82 mila) su maggio 2021, trainati soprattutto dalla ripresa della filiera turistica.
Mancano i candidati
L’indagine conferma l’elevato mismatch tra domanda e offerta di lavoro: sono difficili da reperire il 38,3% dei lavoratori ricercati, soprattutto per mancanza di candidati. L’industria nel suo complesso è alla ricerca di 99 mila profili professionali, di cui 66 mila da impiegare nel manifatturiero e 33 mila nelle costruzioni. Le maggiori opportunità sono offerte dalle imprese della meccatronica (17 mila ingressi programmati), seguite da quelle metallurgiche e dei prodotti in metallo (14 mila) e infine da quelle alimentari, bevande e tabacco (11 mila). Ben più elevate le occasioni di lavoro offerte dal settore dei servizi, con 345 mila ingressi programmati. È il comparto alloggio, ristorazione e servizi turistici ad avere la domanda più alta, con circa 105 mila entrate programmate. Seguono i servizi alle persone (67 mila) e i quelli di supporto alle imprese e alle persone (56 mila). Positiva la dinamica anche per il commercio e l’informatica e telecomunicazioni, rispettivamente con circa 52 mila e 15 mila assunzioni previste.
Più della metà i contratti a termine
Tante assunzioni, ma prevalentemente a termine. I contratti a tempo determinato, con 246 mila unità, pari al 55,5% del totale delle assunzioni previste, si confermano la tipologia maggiormente proposta. Seguono i contratti a tempo indeterminato (76 mila), quelli di somministrazione (49 mila), i contratti non alle dipendenze (28 mila), quelli di apprendistato (23 mila), altre forme contrattuali alle dipendenze (15 mila) e i contratti di collaborazione (6 mila).
Mancano matematici, tecnici e fabbri
Perdura la difficoltà delle imprese a reperire i profili ricercati: sono difficili da reperire il 38,3% delle figure professionali, con un aumento di 7,4 punti percentuali rispetto a maggio 2021. A incontrare le maggiori difficoltà sono le industrie metallurgiche e dei prodotti in metallo (difficili da reperire il 52,6% dei profili richiesti). Seguono le industrie del legno e del mobile (50,4%), della meccatronica, dei servizi informatici e delle comunicazioni (49,2% per entrambi), le industrie del tessile, abbigliamento e calzature (47,4%). Tra i profili più difficili da reperire si segnalano: gli specialisti in scienze matematiche, informatiche e scientifiche (il 55,3% delle richieste è difficile da coprire), i tecnici in campo ingegneristico (56%) e tecnici della salute (56,5%), le professioni socio sanitarie (50,1%), gli operatori della cura estetica (58%), oltre alle figure degli operai specializzati quali fabbri ferrai e costruttori di utensili (67,2%), artigiani e operai specializzati del tessile e dell’abbigliamento (65,7%), fonditori e saldatori (65,1%) e meccanici, montatori, riparatori e manutentori di macchine fisse e mobili (62,2%). A incontrare le maggiori difficoltà sono le imprese delle regioni del Nord Est (42,0% delle figure ricercate), seguite da quelle del Nord Ovest (41,1%), Centro (36,3%) e Sud e Isole (34,8%).