La storia di Danila Mongardi è una storia imprenditoriale di amore e cura verso il prossimo. Cura verso le persone in primis, ma anche verso la terra, l’ambiente e la comunità. È una storia orientata al benessere dell’uomo e alla fertilità della terra.
Tutto inizia nel 2005, quando la terra su cui oggi sorge l’azienda agricola e l’agriturismo Al di là del Fiume, un tempo lavorata dal nonno del marito di Danila, viene messa in vendita e da lei acquistata. Inizia così un momento di svolta per Danila, che decide di lasciare la guida di una comunità di tossicodipendenti per dedicarsi completamente ad un nuovo progetto imprenditoriale, sempre volto a mettere la persona al centro.
«Di giorno crescevo i miei figli, e di notte progettavo insieme a mio marito la struttura e l’anima dell’agriturismo il quale sarebbe dovuto essere il più vicino e simile possibile agli elementi della natura che lo contornano – racconta Danila – i muri infatti sono fatti di canapa, mattone, terra cruda e paglia, materiali ancorati al passato che danno calore all’ambiente. Volevamo tornare alla terra per ridarle valore, coltivarla e amarla per restituirla più fertile alle generazioni che verranno. Ogni giorno coltiviamo la terra, le idee e le relazioni umane con lo stupore che ogni raccolto sa offrire».
Seduti vicino alla stufa, illuminati da lanterne fatte da artigiani locali a km 5, dal vetro di quelle ampie vetrate che sembrano non segnare il confine tra il dentro e il fuori, si intravedono filari di vigneti di albana e barbera, gli antichi vigneti di quella terra. Al di là del fiume infatti è l’unica azienda biodinamica dei colli bolognesi certificata Demeter, e produce vino naturale, vinificato in anfore di terracotta – gli unici nella zona a farlo – vino molto apprezzato dall’enoturismo.
«Partecipiamo a molte fiere europee e molti clienti hanno voglia di venirci a trovare per vedere come produciamo il nostro vino – continua Danila – questo progetto è nato anche però per ridare valore ad un vallata – quella del parco naturale di Montesole – che negli ultimi anni si è molto spopolata. Crediamo moltissimo nei giovani e per questo il nostro team è composto soprattutto da ragazzi under 40 vogliosi di far parte di un progetto in crescita. Un ringraziamento particolare poi lo devo a Simone e Marzia, i due giovani talenti con i quali sto portando avanti il progetto dell’osteria».
Al di là del fiume non è solo il nome dell’azienda e dell’agriturismo. È anche un monito quotidiano che Danila e i suoi collaboratori ripetono e diffondono.
«Andare al di là significa andare oltre gli stereotipi, i limiti autoimposti, oltre le apparenze. Una parola chiave di questo posto è intreccio, ben rappresentata dal tronco di edera tagliata che sorge dentro la nostra osteria e che rappresenta tutti gli intrecci concreti e spirituali in cui ci imbattiamo nella vita».
A pochi chilometri di distanza da “Al di là del fiume” poi, si trova “Al di là del fiume cielo”, una struttura dotata di camere da letto volta ad accogliere gli ospiti che decidono di fermarsi per il pernottamento, spesso messa a disposizione di associazioni umanitarie e/o di volontariato.
Ma i progetti per il 2023?
«Incrementare la produzione di vino e le attività in agriturismo. In questo posto vogliamo che le sfide si trasformino in opportunità. Vorrei poter rispondere “sì” ad ogni persona che viene qui con un progetto, perché questo è un posto in cui le idee possono trovare forma. Questo ci ha permesso di organizzare già diversi team building per aziende, corsi di cucina, cene aziendali ed eventi di networking. Le sale che abbiamo infatti ben si prestano a questi eventi essendo dotate di ogni tipo di attrezzatura» conclude Danila.
Scopri qui sotto alcune foto dell’agriturismo!