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CERTIFICATO DI MALATTIA O FERIE PER I LAVORATORI IN QUARANTENA

 

LA PROPOSTA DI CONFAPI EMILIA TEST E TAMPONI

L’ associazione di imprese Confapi interviene sul tema dei test sierologici e del mancato riconoscimento dello stato di malattia nel caso in cui un lavoratore risulti positivivo al Covid.«Sono pochissime ad oggi le aziende che hanno deciso di ricorrere ai test sierologici – dice Confapi Emilia – nonostante la loro importanza strategica, soprattutto in questa fase di ripartenza, in quanto utili a individuare tutte quelle persone che sono entrate in contatto con il virus».Ma quali sono i motivi per cui questi test non stanno decollando?
«Sono facilmente individuabili – spiega Stefano Bianchi, direttore generale di Confapi Emilia – Chi risulta positivo agli anticorpi del Covid-19 deve restare in quarantena in attesa del tampone che stabilisce se il virus è in atto oppure se la malattia è pregressa e già debellata, senza che il lavoratore possa ottenere dal proprio medico curante un certificato di malattia, almeno fino all’eventuale accertamento della positività con il tampone. A questo punto la soluzione è una sola: utilizzare giorni di ferie in attesa di conoscere l’ esito del tampone».« Valutiamo in modo estremamente positivo – afferma il presidente di Confapi Emilia Giovanni Gorzanelli – che la Regione si sia attivata ponendo uno specifico quesito al ministero sul tema, oltre ad aver richiesto alle Ausl che il tampone venga fatto entro le 48 ore, in modo da accorciare il periodo di isolamento. Tuttavia assume carattere di urgenza che venga quanto prima riconosciuto lo stato di malattia ai lavoratori costretti all’isolamento domiciliare, impossibilitati all’attività lavorativa, e soprattutto che vengano date ai medici di famiglia chiare indicazioni operative su come gestire questa fattispecie».«Non dobbiamo dimenticare – aggiunge Stefano Bianchi – che l’istituto delle ferie è esplicitamente istituito per potere consentire al lavoratore di reintegrare le proprie energie psichiche e fisiche usurate dalla prestazione di lavoro, oltre ad aver lo scopo di consentire al lavoratore stesso di porre maggior cura e tempo nelle relazioni affettive e sociali. Chiaro è che non possiamo che sollecitare l’urgenza di un intervento chiarificatore in materia se vogliamo sempre di più incentivare le aziende e i dipendenti a rispondere positivamente ai test la cui importanza – ribadisce il direttore generale Bianchi – è fondamentale per contribuire a sconfiggere definitivamente questo virus».

Articolo Gazzetta di Modena