“Schedoni: un viaggio lungo 140 anni”.
È questo il titolo della mostra allestita dentro la Chiesta della Madonna del Voto a Modena – aperta al pubblico fino a domenica 11 luglio – che vede protagonista l’azienda modenese Schedoni Srl, associata e legata a Confapi Emilia da oltre dieci anni.
L’iniziativa, sviluppata e sostenuta dalla Giunta Comunale di Modena, si inserisce all’interno del Motor Valley Fest, ed è volta a raccontare la storia dell’azienda fin dalle sue origini e del suo legame con le più grandi case automobilistiche del mondo.
L’attività di Schedoni infatti inizia in una piccola bottega nel 1880, con le prime lavorazioni di cuoio e pelle per la produzione di calzature. Anni dopo, l’attività si sposta verso la produzione di pelletteria e valigeria tailor made per grandi marchi di auto italiane e straniere. Tra questi Ferrari, Lamborghini, Bugatti, Pagani, Aston Martin, Bentley, Rollse Royce e Mc Laren.
Partendo dal primo set di valige realizzato su misura da Schedoni per una Ferrari 308 nel 1976, all’interno della mostra è però possibile osservare anche oggetti frutto di progetti di co-branding sviluppati da Schedoni con Leika e Puma, nonché fotografie di pezzi unici come la valigeria a marchio Schedoni acquistata da Ferrari nel 1988 e regalata a Papa Giovanni Paolo II in occasione della visita del Papa a Maranello, oggi custodita ai musei vaticani.
Tutti i prodotti di Schedoni sono pezzi unici, realizzati e cuciti a mano, per molti dei quali si è potuto contare sulla professionalità di alcuni importanti designer Apple.Nella prestigiosa chiesa nel cuore di Modena è dunque presente un mix di arte, storia e successo imprenditoriale.
«Siamo felici di poter mostrare ai modenesi i frutti di un lavoro oramai secolare – ha commentato Simone Schedoni, amministratore di Schedoni Srl – nonostante il periodo di crisi vissuto nell’ultimo anno, la nostra attività è cresciuta, registrando un importante aumento di fatturato. Continueremo a lavorare sodo e con passione, affinché il valore del Made in Italy possa avere ancora più riconoscimento nel mondo di quanto non ne abbia già oggi».