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Il contesto energetico aggiornato al 13 Giugno 2024

A cura di Duferco Energia 

1. IL CONTESTO ENERGETICO

Cina e Norvegia spaventano i mercati

Ennesima settimana parecchio movimentata sui mercati energetici: lunedì scorso, infatti, ci siamo svegliati con la notizia di una perdita del metanodotto che collega Norvegia a Gran Bretagna, causando una riduzione improvvisa e inaspettata sui flussi tra le due nazioni, che è andata a ripercuotersi, conseguentemente, anche sui flussi di gas europei. Questa manutenzione si è andata quindi a sommare a quella invece programmata da tempo sul gasdotto TurkStream, tra gli ultimi a fornire ancora gas russo al vecchio continente.

Queste interruzioni hanno portato una scossa rialzista nella giornata di lunedì, con il TTF front month che ha addirittura toccato il +13% rispetto alla chiusura del venerdì precedente. Incremento che poi è stato già parzialmente riassorbito nel corso della giornata, per poi chiudere la settimana sui livelli di metà maggio.

Il complice numero uno di questo periodo rialzista resta comunque il risveglio della domanda industriale asiatica. Infatti, come possiamo notare nel grafico sottostante, nel corso degli ultimi mesi lo spread JKM-TTF non solo è stato, praticamente ogni giorno, positivo, ma è anche stato, quasi sempre, superiore a quello dello scorso anno.

Ciò ha quindi comportato delle scelte nei dirottamenti delle navi cargo GNL, che, di fatto, hanno iniziato a navigare verso l’Estremo Oriente, contribuendo, insieme alla riduzione generale dei consumi gas, a far registrare una riduzione notevole del Send-Out europeo, ovvero la quantità di gas che giornalmente viene rigassificato nelle varie stazioni europee, rispetto allo scorso anno, arrivando a registrare a maggio 2024 una diminuzione del 25% del gas rigassificato rispetto allo stesso mese del 2023. Si segnala, infine, la pubblicazione della seconda

bozza del FER.X, il sistema d’incentivazioni di fonti rinnovabili che dovrebbe dare la spinta definitiva all’Italia per l’installazione di queste tipologie d’impianti. Rispetto alla prima bozza circolata si segnalano prevalentemente due variazioni: il contingente che verrà incentivato è stato ridotto da 62,15 a 57,15 GW, i 5 GW di differenza sono stati sottratti tutti al fotovoltaico. La seconda grande variazione riguarda i prezzi: secondo questa bozza, gli impianti FV e eolici fino a 1 MW avranno un prezzo d’esercizio di 93 €/ MWh, mentre per quelli superiori a 1 MW si farà un’asta a ribasso che partirà da 95 €/MWh, definito come prezzo d’esercizio superiore e si arriverà, verosimilmente, a 70 €/ MWh, definito come prezzo d’esercizio inferiore. Il prezzo d’esercizio indicato rimane quello della bozza precedente, ovvero 85 €/MWh. Nella bozza è presente uno schema esemplificativo, riportato di seguito, di come funzionerà l’asta: il punto B rappresenta il contingente a 95 €/MWh, il punto C quello a 85 €/MWh e il punto D quello a 70 €/ MWh.

La settimana lavorativa appena conclusa ha mantenuto un andamento dei prezzi spot in Italia sostanzialmente analogo alla precedente, con una media di circa 36,5 €/ MWh per il PSV e 110,35 €/MWh per il PUN.

In leggero calo invece i prezzi forward power con il CAL25 che ha chiuso la settimana lavorativa a circa 109€/MWh (-3 €/MWh WoW). Discorso simile per il Q324, in chiusura intorno a 106 €/MWh. Lato gas, infine, il CAL25 chiude a circa 38 €/MWh (-1 €/MWh WoW) e il Q234 a circa 35,5 €/MWh. Anche il prodotto ‘winter’ ha visto una lieve contrazione durante tutta la settimana, chiudendo a intorno a 39 €/MWh.