A cura di Duferco Energia
Due settimane fa l’ARERA ha pubblicato la Delibera 639, con lo scopo di disciplinare il versamento a Snam, Hera ed Enel di 477 milioni di € per far fronte alle maggiori ‘adesioni’ dei clienti finali al FUI e ai Servizi di Default (400M€ – 68 – 9 la ripartizione, nell’ordine). Il provvedimento servirà a fornire cassa in anticipo, entro fine 2022, per compensare l’esigenza di liquidità data dallo sfasamento temporale fra l’acquisto del gas sui mercati all’ingrosso e il pagamento dei clienti finali (i fornitori sul mercato libero ne sanno qualcosa già da parecchi mesi!). Un problema che si sta ingrandendo per l’aumento dei prezzi, combinato con l’aumento dei volumi forniti nell’ambito di questi servizi. Aumento dei volumi certificato dal fatto che il mese scorso, per la prima volta, in alcune aree il SII ha dovuto coinvolgere il secondo FUI in graduatoria, perché esauriti i volumi offerti dal primo FUI in fase di gara.
Nelle scorse settimane il clima non è stato molto clemente e i prezzi spot ne hanno risentito. La media al PSV sui giorni lavorativi è arrivata a quasi 135 €/MWh, il PUN ha registrato invece 370 €/MWh, valori prossimi a quelli di fine settembre. Quello che può preoccupare, oltre ai valori assoluti, è il trend che stanno seguendo i prezzi, con aumenti WoW che sono stati del 16% per il gas e del 40% per il Power, nonostante il quadro stoccaggi sia ancora tutto sommato confortevole (il riempimento europeo è al 92%, -1,1% WoW).
Anche i prezzi forward sono stati trascinati dalla corsa dello spot: il Cal23 ha chiuso la settimana scorsa a 340.5 €/MWh (+27 €/MWh WoW), l’omologo PSV ha chiuso a 135.5 €/MWh (+6 €/MWh). Più contenuti i rialzi sui forward a breve che hanno mostrato più forza, salvo poi crollare durante l’ultima sessione. Nonostante il trend sia ormai bullish da qualche settimana, non sembra però esserci al momento grande forza nei fondamentali per spingere i prezzi con decisione.
In parte sicuramente gioca un ruolo il fatto che si sia appena chiuso un altro mese con un calo di oltre il 10% dei consumi italiani di gas. Secondo i dati di Snam, il mese scorso l’Italia ha consumato il 25% di gas in meno rispetto allo stesso mese del 2021. La domanda civile è quella che ha mostrato i cali maggiori in termini di mln di mc risparmiati ma è il -20% registrato dal comparto industriale che preoccupa. Con questo ritmo, l’outlook a fine anno sarebbe di un quasi -10% sul consumo di gas nazionale. Ormai infatti manca mezzo mese e siamo già oltre il -7% sui primi undici mesi rispetto al 2021, con una riduzione del 15% dei consumi industriali. Se dovesse proseguire questa distruzione di domanda industriale le fonti di approvvigionamento e gli stoccaggi sarebbero più che sufficienti a terminare l’inverno con scorte di gas ancora elevate e per questo motivo non è da escludere che, con le feste di mezzo, l’arrivo del nuovo anno possa portare con sé il segno ‘–‘ sugli schermi.