A cura di Duferco Energia
Il Natale sta arrivando, sebbene siano ancora molti gli adempimenti per gli energy manager italiani prima delle ferie, dopo la dichiarazione energivori, i crediti d’imposta e l’accreditamento per l’energy release, è il momento della richiesta sulla bacheca PPA del GME per l’ottenimento dell’ “energia” del GSE e ancora della dichiarazione gasivori (scadenza 16 gennaio) e dell’interconnector, oltre chiaramente ai nuovi crediti d’imposta.
Intanto il mercato, dopo la fiammata dei primi giorni della scorsa settimana avvenuta in corrispondenza di un forte irrigidimento delle temperature, sembra dare cenni di cedimento.
Tirando le fila di quest’anno, ci ritroviamo (al momento in cui scriviamo, venerdì 16 dicembre) con il gas day-ahead sui 120 €/MWh, praticamente sul livello di 365 giorni fa (che però crollò subito dopo fino allo scoppio della guerra).
Premessi (e permessi) tutti i gesti di scaramanzia del caso, e anche se l’inverno praticamente inizia ora, sembrerebbe lontano il livello di allarme raggiunto quest’estate, quando ci precipitavamo a comprare gas come non ci fosse un domani e soprattutto prima dell’autunno-primaverile.
Adesso, a oltre la metà del terzo mese del periodo Winter, il nucleare francese “tiene botta”, gli stoccaggi gas UE sono ancora su livelli elevatissimi, complici le temperature indulgenti e un comportamento più consapevole della domanda, oltre a purtroppo anche a un calo che continua costante della richiesta industriale (oltre -20% dei consumi gas industriali e complessivi italiani negli ultimi 4 mesi) e in vista del calo della richiesta dovuto ai fermi dei giorni festivi ci si potrebbe aspettare un ulteriore ritracciamento dei prezzi, sempre che il meteo (o la geopolitica o altri eventi sull’offerta) non tendano brutti scherzi.
La scorsa settimana è iniziata con il PUN a 422,95 €/MWh per le temperature bassissime, ma la spinta al rialzo si è affievolita con il passare dei giorni e grazie all’aumento dei gradi medi e del vento, il prezzo per il primo giorno di questa settimana è stato di 235,29 €/MWh. L’anno più caro della storia chiuderà presumibilmente intorno ai 300 €/MWh. Il prossimo sembra convergere sui 300 €/MWh, ma ulteriori margini di miglioramento sono tutt’altro che da escludere.
Ha ormai dell’incredibile (proprio nel senso che non è credibile) l’andamento dei future tedeschi, che puntualmente stimano livelli di prezzo superiori all’Italia che non si sono ancora mai realizzati.
Adesso, addirittura anche il Cal23 Germania è tornato a pareggiare quello italiano, mentre il Q1_23, insieme a tutti gli altri trimestri, è tornato a sconto. Escluso il quarto, ci crediamo…?