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Il contesto energetico aggiornato al 31 Maggio 2023

A cura di Duferco Energia

Dove sarà il bottom?

Da inizio anno in Europa abbiamo raggiunto lo switching price coal-to-gas, ovvero ci troviamo all’interno del range di prezzo per cui è mediamente più conveniente produrre energia elettrica partendo dal gas piuttosto che dal carbone; anche in Germania (grafico sotto), dove storicamente la produzione da carbone è più radicata. Sia sul Month Ahead, che su lungo termine (Cal +1), in questo momento di mercato chi produce energia da gas può hedgiarsi un margine lordo positivo, cosa che invece è preclusa ai produttori da carbone. Come abbiamo visto numerose volte nei nostri DER, la causa è l’effetto combinato di prezzo CO2 e prezzo della materia prima utilizzata. In particolare, rispetto ad inizio 2022, la CO2 è all’incirca invariata (solo +3 €/t), il carbone ha perso circa il 10% mentre il gas ha quotazioni sull’M+1 che sono meno della metà.

I prezzi spot hanno proseguito nel loro percorso di discesa nelle ultime due settimane: il PUN è ormai arrivato ai 100 €/MWh di media settimanale (venerdì scorso è stata la prima giornata feriale da agosto 2021 con PUN sotto i 100 €/MWh!), il PSV si attesta invece sui 30 €/MWh. Hanno aiutato in questo senso la domanda civile ancora bassa, la buona performance del fotovoltaico e un idro in ripresa dopo le piogge dell’ultimo periodo.

Entro metà giugno si inizierà a vedere l’impatto dei condizionatori sulla domanda, con un possibile sostegno ai prezzi spot, vedremo se sarà abbastanza per fermare il trend ribassista.

Anche sui forward continua per ora la spinta al ribasso, al contrario di qualche settimana fa adesso anche sul Cal+1 e forward con delivery più lontane. Il Cal24 power Italia si sta avvicinando ai 130 €/MWh, il Cal24 PSV invece la scorsa settimana è sceso sotto i 50 €/MWh (chiusura 47 €/MWh). Fine scorsa settimana gli stoccaggi italiani erano oltre il 72% di riempimento, in Germania oltre il 73%, la media europea sta invece al 67%, ben oltre il 50% in più dello scorso anno. Per questo motivo la ‘fame’ di gas degli operatori che devono gestire gli stoccaggi sembra ai minimi, sia per il limitato spazio disponibile sia perché i prezzi spot stanno continuando a scendere, invogliando a posticipare gli acquisti. Anche per i clienti finali potrebbe avere senso attendere per gli acquisti di breve, concentrandosi magari nel frattempo sui nuovi contratti per i prossimi anni, per essere pronti a cogliere eventuali opportunità di mercato.

La settimana scorsa, infine, Confindustria ha richiesto al governo di farsi portavoce per un’applicazione comunitaria del tetto al prezzo dell’energia per le imprese energivore proposto dalla Germania (ipotizzato pari a 60 €/MWh), per non aggravare lo svantaggio competitivo derivante dallo spread fra i due mercati.