Favorire, attraverso percorsi lavorativi, l’integrazione sociale e l’indipendenza delle persone con disabilità, con particolare attenzione a giovani e disoccupati o inoccupati. Sono i principi espressi nelle nuove linee guida sul collocamento mirato dei soggetti con disabilità, elaborate dal Ministero del Lavoro e dal Ministero delle Disabilità, secondo anche quanto previsto dal Pnrr e contenute nel DM n. 43 dell’’ 11 marzo 2022.
Il provvedimento lavora in abbinata col decreto che ha istituito la banca dati sul collocamento mirato (decreto del 29 dicembre 2021) ed intende fornire ai datori di lavoro pubblici e privati le informazioni necessarie al collocamento mirato.
Le linee guida fanno propri i principi espressi dalla convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità e tengono in considerazione gli obiettivi della recente strategia europea per i diritti delle persone con disabilità 2021-2030 presentata dalla Commissione Europea.
I principi ispiratori delle nuove linee guida
Le linee guida sono definite sulla base di principi che si muovono lungo l’asse di una rete integrata con i servizi sociali, sanitari, educativi e formativi del territorio, nonché con l’Inail.
Chiamati a farsi parte attiva sono le parti sociali, i datori di lavoro, le cooperative sociali, le associazioni delle persone con disabilità ed i loro familiari, nonché altre organizzazioni del terzo settore rilevanti.
I principi ispiratori indirizzano altresì verso un’analisi delle caratteristiche dei posti di lavoro da assegnare alle persone con disabilità, anche con riferimento agli accomodamenti ragionevoli che il datore di lavoro è tenuto ad adottare, fra i quali le linee guida annoverano anche il ricorso al lavoro agile con lo scopo di incrementare la competitività ed agevolare la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro.
Accanto al lavoro agile, trova poi spazio la figura del “responsabile dell’inserimento lavorativo nei luoghi di lavoro”, avente compiti di predisposizione di progetti personalizzati per le persone con disabilità e di risoluzione dei problemi legati alle condizioni di lavoro dei lavoratori con disabilità, in raccordo con l’Inail. In particolare, ove sia stata istituita la relativa funzione da parte del datore di lavoro, si prevede che il responsabile avrà anche il compito di interfacciarsi con il servizio del collocamento mirato, sia laddove il datore di lavoro intenda procedere a nuove assunzioni, sia ai fini dell’ottimizzazione delle condizioni lavorative di persone con disabilità già occupate in azienda. Il costante confronto tra il servizio e la parte datoriale, potrà garantire un miglior allineamento tra le esigenze del mercato del lavoro e le professionalità presenti tra gli iscritti negli elenchi. Nel settore privato la figura del “responsabile dell’inserimento lavorativo nei luoghi di lavoro”, dovrebbe far riferimento a figure che stanno già ora emergendo nelle aziende, come il “Disability Manager” o anche il “Diversity Manager/Management”.
Le linee guida sono chiare nell’affermare che è auspicabile che, anche nei contesti aziendali privati non ancora soggetti all’obbligo di legge (si noti tuttavia come l’art. 14, comma 4, lettera b della legge n. 68/1999 colleghi norme premianti all’istituzione della suddetta figura), si dia vita alla funzione del “responsabile dell’inserimento lavorativo nei luoghi di lavoro” o si acceda a tale funzione mediante l’eventuale ricorso a soggetti terzi, attraverso modalità consulenziale o associativa.
Da ultimo si sottolinea come le line guida propongono, allo scopo di sostenere l’occupazione delle persone con disabilità, l’introduzione o il consolidamento, da parte delle amministrazioni competenti per il collocamento mirato, di meccanismi e clausole premianti negli appalti pubblici a favore di imprese ed enti che abbiano istituito la figura del “responsabile dell’inserimento lavorativo nei luoghi di lavoro”.
Il ruolo del Pnrr
Il “Piano nazionale di ripresa e resilienza” (Pnrr) riconosce il tema della disabilità come una delle sue priorità trasversali. Sono previsti in particolare:
- investimenti di rilevante ammontare (500 milioni di euro entro il 2026) per l’estensione su tutto il territorio nazionale dei progetti di “vita indipendente” e per il “dopo di noi” volti ad assicurare idonee condizioni abitative, sociali e lavorative alle persone con disabilità;
- il varo di riforme incardinate nella “legge quadro della disabilità”, per il riassetto delle vigenti disposizioni in materia di disabilità;
- lo sviluppo di una particolare attenzione nel “programma nazionale per la garanzia di occupabilità dei lavoratori” (Gol), all’inserimento lavorativo delle persone con disabilità.
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