I flussi di Nord Stream 1 si sono azzerati. A partire dall’11 luglio fino a giorno 21 il transito del gas dalla
Russia alla Germania attraverso il Mar Baltico sarà sospeso per la consueta manutenzione annuale. La manutenzione dei gasdotti è sempre ricaduta nel periodo estivo, quando la domanda di gas è nettamente inferiore a quella invernale, quest’anno però, a differenza del passato, i dubbi sull’effettiva ripresa del transito sono numerosi. Il ministro dell’Economia tedesco Robert Habeck ha avvertito che i paesi dell’UE devono essere preparati nel caso in cui le spedizioni di gas non dovessero riprendere ed ha accusato il Cremlino di utilizzare il gas come arma in risposta alle sanzioni dell’UE. In passato Gazprom durante la manutenzione di NS1 aumentava le forniture di gas all’UE attraverso altre rotte “di backup” come Yamal o attraverso l’Ucraina ma quest’anno è ovviamente diverso: il gasdotto Yamal non è disponibile a causa delle sanzioni imposte dalla Russia e ovviamente Gazprom non ha interesse ad aumentare le consegne attraverso l’Ucraina. A metà giugno la statale russa ha ridotto i flussi di gas attraverso Nord Stream 1 ad appena il 40% della capacità totale accusando il ritardo nella restituzione delle turbine sottoposte a manutenzione da parte di Siemens Energy.
Il Canada afferma che sta concedendo a Siemens Canada un “permesso limitato nel tempo e revocabile” per inviare le turbine, nonostante le sanzioni. La chiusura del gasdotto sta interessando anche l’Italia, dove Eni ha dichiarato che riceverà circa un terzo in meno di gas dalla russa Gazprom dalla giornata di lunedì rispetto ai volumi medi forniti negli ultimi giorni. Nel mese di giugno le esportazioni russe sono diminuite del 55% rispetto al 2021 superando di gran lunga il calo registrato durante i primi due anni dallo scoppio della pandemia. I forti tagli russi hanno fatto sì che, per la prima volta nella storia, l’Europa nel mese di giugno importasse un quantitativo di GNL americano superiore ai volumi importati tramite gasdotti dalla Russia.
Il drastico calo si traduce con l’effetto bullish a cui stiamo assistendo nell’ultimo periodo fino ad arrivare addirittura al di sotto dei 70 [Msmc/d], valore che rende difficile e costosa l’attività di riempimento degli stoccaggi, specie in un periodo delicato come quello attuale. Nell’ultima settimana, inoltre, le iniezioni di gas
in Germania si sono spostate in territorio negativo con i prelievi che hanno superato le iniezioni. Nel frattempo, la Commissione Ue si prepara ad un inverno senza il gas russo. In una recente bozza Bruxelles invita i paesi dell’Unione al “risparmio coordinato della domanda” per limitare quanto possibile eventuali razionamenti delle industrie. Il piano della Commissione sarà discusso il prossimo 26 luglio e prevederà incentivi a fronte della riduzione del consumo di gas da parte delle industrie e nei confronti di coloro che riusciranno a sostituire il gas con fonti rinnovabili.
Rubinetti chiusi: aggiornamento sul transito del gas
21
Lug