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Salumificio Leoni. Un’eccezione nel panorama imprenditoriale emiliano

In Italia solo il 15 % delle piccole e medie imprese sopravvive alla terza generazione. Salumificio Leoni, azienda associata a Confapi Emilia, è una storia di terza generazione

In una piccola località reggiana chiamata Barco di Bibbiano, si trova da circa vent’anni il Salumificio Leoni – o per meglio dire il ‘cottificio’ Leoni – diretto da Silvano, Francesca e Lorenzo Leoni, rispettivamente padre e due figli.

Nato come piccola bottega nel 1960 a Rubiera (Re) dai nonni fondatori Aronne e Ostilia, oggi il salumificio è una piccola impresa chicca del territorio emiliano. Da oltre 60 anni infatti la famiglia Leoni porta avanti la propria attività imprenditoriale basata sulla lavorazione di carne 100% italiana per produrre esclusivamente prosciutto cotto. Nel 1973 vi fu il primo ricambio generazionale, ora è in corso il terzo, portato avanti dai nipoti.

Le statistiche parlano chiaro: in Italia solo il 25% delle piccole e medie imprese sopravvive alla seconda generazione, il 15% alla terza.

Salumificio Leoni è una storia di terza generazione. Francesca e Lorenzo entrarono in azienda quando avevano rispettivamente 25 e 18 anni. Fu la mamma a sostenerli e a voler fare in azienda una serie di investimenti senza i quali oggi il salumificio non sarebbe quello che è.

«All’epoca fu come fare un vero e proprio salto nel buio – commenta Francesca – io studiavo giurisprudenza, non mi sentivo pronta per intraprendere un percorso lavorativo completamente diverso dai miei studi. Eppure i nostri genitori ci dissero che avrebbero investito nell’attività solo se noi eravamo con loro… e in quel momento ci siamo lanciati».

Pur essendo ancora amministratore, Silvano, padre di Francesca e Lorenzo, si accinge a fare il passaggio di consegne, continuando a sorvegliare dall’alto, senza mai ostacolare le scelte dei figli. Il cambio generazionale per la famiglia Leoni è infatti un processo fatto di ingredienti complementari: da una parte la figura senior che trasmette principi saldi quali l’etica del lavoro, il rispetto per i propri collaboratori e per gli impegni presi; dall’altra la dimostrazione di fiducia dei junior, l’umiltà di imparare e la capacità di innovare, adattandosi ad un contesto lavorativo ed economico in continua evoluzione.

«Con l’arrivo della pandemia abbiamo capito che occorreva fare un passo in avanti – dichiarano i fratelli Leoni – ecco dunque che abbiamo deciso di aprire un e-commerce vendendo delle box contenenti i nostri prodotti di eccellenza. Il successo è stato immediato ed è per noi un modo per essere più vicino al cliente».

Tra i progetti di Francesca e Lorenzo vi è anche quello di lavorare per ‘dare maggiore dignità’ al prosciutto cotto: «Spesso viene ritenuto un salume di secondo livello solo perché non ha una propria territorialità. E qui risiede la sfida: far sì che un prodotto comune diventi unico, speciale e irripetibile».